Dieta Low Fodmaps: Alternativa terapeutica per il trattamento della sindrome dell’intestino irritabile

Gonfiore e dolore addominale, stipsi o diarrea, un perenne senso di pesantezza sono tutti sintomi tipici della sindrome dell’intestino irritabile.

Le cause?

Numerose, ipersensibilità viscerale, gastroenteriti, disbiosi intestinale, componenti della dieta, predisposizione genetica.

Una situazione fastidiosa, spesso invalidante, che si è osservato poter essere anche una conseguenza di modelli sociali, alimentari e comportamentali non del tutto corretti, come diete ricche di grassi, poveri di fibre, pasti veloci, stress, e , non in ultimo, l’assunzione di ingenti quantità di carboidrati, in particolare di quegli alimenti ricchi di Fodmaps.

Ma cosa sono questi Fodmaps?

Si tratta di molecole contenute in moltissimi alimenti.

L’acronimo sta per oligosaccaridi, disaccaridi e monosaccaridi fermentabili e polioli.

Si tratta di forme di carboidrati che presentano un’alta capacità fermentativa che, in soggetti predisposti, creano quindi disturbi intestinali gas e meteorismo compatibili con la Sindrome dell’intestino irritabile.

E quindi il lattosio, il fruttosio, i fruttoligosaccaridi, i polialcoli (xilitolo, mannitolo, sorbitolo contenuti in alimenti industriali e gomme da masticare ad esempio) sono tutte molecole incriminate.

Proprio perché gonfiore addominale, meteorismo, senso di pesantezza sono tra le sintomatologieche riscontro più spesso tra i miei pazienti, ho voluto approfondire l’argomento, in particolare con la valutazione degli effetti benefici che, in taluni casi, può avere l’applicazione della dieta Low Fodmap, ovvero a basso contenuto di Fodmap.

Tale approccio utilizza una strategia empirica che inizia con una fase di eliminazione (o meglio restrizione) di tutti gli alimenti ricchi in Fodmap.

Quindi non semplice eliminazione di latticini ad esempio come si verifica nella dieta da esclusione.

Non si tratta di intolleranze alimentari ma di malassorbimento.

Nelle persone che rispondono alla fase di eliminazione, si passa poi alla fase di reintroduzione in cui specifici gruppi di alimenti Fodmap sono reintrodotti in sequenza, permettendo la determinazione di quelli che il soggetto non riesce a tollerare.

Tutto questo quindi consentirà infine di arrivare alla personalizzazione con lo stabilire le abitudini alimentari che il paziente dovrà tenere nella sua vita.

È stato osservato che un simile approccio consente un netto miglioramento della sintomatologia addominale con riduzione della frequenza dei disturbi (dolore addominale e gonfiore) associata anche ad una migliore evacuazione.

Un protocollo che certo non si presta al fai da te, in quanto i Fodmap sono largamente distribuiti negli alimenti, dalla frutta alla verdura ai cereali ai legumi e latticini.

Pertanto è necessario avere una guida ed uno schema preciso da seguire per on incorrere in carenze e soprattutto per sapere cosa sia possibile portare in tavola.

Inoltre, poichè i sintomi riscontrati sono spesso sovrapponibili a quelli di altri disturbi, e quindi non sempre trattabili con un simile approccio, solo un’attenta anamnesi e diagnosi consentono di applicare un PROTOCOLLO PERSONALIZZATO che consenta di migliorare la sintomatologia.